Morte da sport

Morte da sport

Tante morti assurde, come a volte capita nella vita di tutti i giorni, ma ancor più dolorose e incomprensibili per atleti che si presuppone in perfetta salute.

La morte del pallavolista Vigor Bovolenta, durante una partita di serie B2, riapre il triste capitolo delle morti improvvise degli sportivi. Scomparse assurde, come a volte capita nella vita di tutti i giorni, ma ancor più dolorosa e incomprensibile per un atleta che si presuppone in perfetta salute.

Giovani, robusti, campioni, per certi versi, agli occhi dei più giovani, eroi indistruttibili. Forse anche per questo le loro morti sono sempre scioccanti e sconvolgenti. Davide Astori, capitano della Fiorentina e da 10 anni nel calcio che conta, scomparso a soli 31 anni, non sfugge a questa logica, andando ad allungare la triste schiera di calciatori morti anzitempo, vuoi sul campo di calcio, vuoi negli spogliatoi o nel letto di casa. Giallo e tragedia insieme quella che ha colpito il difensore viola e che fa tornare alla mente altri drammi che hanno condito le cronache sportive degli ultimi anni.

Come quello che ha portato via nel 2012 Piermario Morosini, stroncato da un arresto cardiaco durante Livorno-Pescara. Prima di lui era deceduto Dani Jarque, capitano dell’Espanyol, che era al telefono con la fidanzata quando, in ritiro a Coverciano, morì per un attacco cardiaco. Ma l’elenco nero delle morti nel calcio è lunghissimo. Nella memoria di tutti, l’incipit è segnato dalla tragedia di Giuliano Taccola, attaccante della Roma, fulminato da un infarto nello spogliatoio dell’Amsicora, a Cagliari, poi morto sull’ambulanza che lo trasportava in ospedale. Era il 1969 e da allora non fu più la stessa cosa.

Anche se c’era il precedente di Ferraris IV, mediano campione del mondo, morto in campo per infarto, mentre giocava con delle vecchie glorie, a 43 anni.

A riaprire quelle ferite, un altro addio tragico, destinato a restare nei ricordi dei tifosi italiani: Renato Curi oggi è il nome dello stadio di Perugia che il 30 ottobre 1977 si chiamava ancora come la località dove si trova: Pian di Massiano. Quel giorno, sotto il diluvio, si gioca Perugia-Juventus, big match di A. E’ un pomeriggio buio, con una luce sinistra. Gli annali ricordano perfino l’ora di quello scatto del 24enne baffuto centrocampista dei grifoni e dell’improvviso crollo: sono le 15,34 e il cuore di Curi di ferma per sempre.

Nuoto, muore d’infarto il campione mondo norvegese  Dale Oen. Lo sport si interroga sulle morti improvvise .

 MORTE IMPROVVISA DA SPORT COME, QUANDO E PERCHÉ

Si chiama morte improvvisa da sport, abbreviata con MIS ed esiste veramente. Si può così definire la morte che avviene entro un’ora dall’inizio dei sintomi acuti, in coincidenza temporale con l’attività sportiva ed in assenza di cause esterne atte di per sé a provocarla.

Ovviamente non è lo sport in sé a provocare la morte nella persona sana, ma il fatto che esso porti alla luce, smascheri, una patologia latente. Stiamo parlando di problemi cardiaci, modificazioni emodinamiche, squilibri simpato-vagali, disordini elettrolitici, eccetera.

E’ più “facile” incappare nella MIS se lo sforzo non è adatto alla condizione fisica del soggetto. Per esempio, l’esercizio è troppo intenso (intensità relazionata alla frequenza cardiaca), troppo voluminoso o troppo complesso (quando non si sanno eseguire bene i gesti tecnici).

Rif.Enrico Cravanzola Biologia dello Sport